La nascita di un puledro è sempre un evento eccezionale e tanto atteso, ma allo stesso tempo è un periodo al quale bisogna prestare particolare attenzione, sia quando è ancora un “prodotto del concepimento” attraverso l’alimentazione della fattrice sia attraverso la sua alimentazione una volta nato. Errori nutrizionali in queste fasi possono comprometterne la crescita armonica e l’eventuale carriera agonistica. Durante la gestazione, l’embrione evolve attraverso varie fasi per diventare feto e poi, al parto, puledro. Questo processo continua attraverso l’età adulta, producendo modificazioni dal punto di vista morfologico, anatomico e chimico che portano alla maturazione fisica e sessuale.
La vita del puledro dipende dal colostro
Il primo alimento che riceve il puledro è il colostro, ovvero il primo secreto della ghiandola mammaria. La placenta della cavalla, a differenza di quella di altri mammiferi, non permette il passaggio di anticorpi al feto durante la gravidanza e questo può rivelarsi un grosso problema. Per questo motivo la vita del puledro dipende in tutto e per tutto dal colostro che dovrà assumere dalla madre nelle prime ore di vita. Questo secreto è ricchissimo di anticorpi che gli creano un bagaglio di protezione dai patogeni presenti nell’ambiente. Risulta quindi importante valutarne la qualità. In alcuni casi, infatti, il colostro potrebbe non contenere una quantità di anticorpi tale da assicurare un adeguato trasferimento dell’immunità passiva. Un colostro di buona qualità dovrebbe essere denso e “appiccicoso” al tatto, avere una concentrazione di IgG pari a 1500 -12000 mg/dl e una percentuale Brix >20-25% (misurata con un refrattometro con scala Brix). La cavalla non produce colostro a lungo, già dopo le prime 24 h dal parto si diluirà, per trasformarsi gradatamente in latte. Una ritardata o mancata assunzione nelle prime ore di vita, predispone inevitabilmente il puledro a sviluppare infezioni che lo possono condurre alla morte.
Dal latte al cibo solido: lo svezzamento
I primi mesi di vita rappresentano un momento molto delicato per la crescita del puledro. È necessario infatti che assuma un’adeguata alimentazione in modo da sviluppare correttamente i tessuti corporei. Il primo a svilupparsi è il tessuto osseo, insieme a quello nervoso, successivamente si sviluppa il tessuto muscolare ed infine quello adiposo. È da sottolineare inoltre che la composizione corporea del puledro è legata alla composizione della dieta, dunque un’alimentazione scorretta può provocare problemi di accrescimento.
Fino ai 3 mesi di età l’alimentazione del puledro è totalmente dipendente dal latte materno. Successivamente, il contenuto proteico ed energetico del latte materno diminuiscono, mentre i fabbisogni del puledro aumentano; quindi è fondamentale che inizi ad assumere alimenti solidi che, una volta avvenuto lo svezzamento, costituiranno la sua alimentazione. Essendo lo svezzamento un periodo molto delicato per il puledro, in quanto avvengono cambiamenti come il passaggio da un’alimentazione liquida a una solida e il distacco dalla madre, è bene che avvenga in modo graduale. Quindi è necessario che il puledro inizi a nutrirsi dello stesso alimento della madre prima di essere svezzato, in modo che non ci sia stress causato dal brusco cambio di alimentazione.
Punti chiave dell’alimentazione del puledro
Riguardo i fabbisogni del puledro, è necessario prestare particolare attenzione all’ energia, alla proteina, ai minerali, soprattutto calcio, fosforo, rame e zinco, che ricoprono un ruolo di fondamentale importanza per la crescita del puledro. Tutti i fabbisogni appena citati variano in base all’età e al peso che il puledro avrà da adulto.
Eccessi di energia nella dieta del puledro aumentano il rischio di incorrere in problematiche ortopediche come l’osteocondrosi, in quanto l’aumento del peso, in particolare della massa grassa, non è accompagnato da un corretto sviluppo osseo. Al contrario, eccessi di proteina non provocano osteocondrosi, ma una diminuzione del peso vivo, quindi una crescita stentata. Come per la fattrice, è importante la qualità della proteina, quindi la presenza di aminoacidi essenziali come la lisina. Bisogna poi evitare carenza di calcio ed eccesso di fosforo; il rapporto corretto è 2:1 per evitare l’insorgenza di problematiche ortopediche, soprattutto se associato con altri squilibri come eccessi di energia. Sono da evitare anche carenza di rame ed eccesso di zinco.Il loro rapporto corretto è 1:4 per evitare osteocondrosi, epifisiti e deformità articolare. La dieta deve essere ben integrata con vitamina D,la quale è fondamentale per la salute ossea e articolare.
Quanto dovrebbe crescere il puledro?
Se l’alimentazione della cavalla è adeguata, la produzione di latte sarà buona sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo per una corretta crescita del puledro. Inoltre, se quest’ultimo riceverà una dieta adeguata in moda da soddisfare i suoi fabbisogni, crescerà correttamente. In particolare, alla nascita il puledro ha un peso vivo che rappresenta l’8 – 12% di quello della madre, cioè circa 45 – 55 Kg (per cavalli leggeri). Durante il primo mese il puledro raddoppierà il suo peso e allo svezzamento peserà 5 volte di più; a questo punto sarà circa 220 – 260 kg (ovvero il 45% di quello da adulto). L’aumento risulta veramente molto rapido durante il 1° mese di vita: fino a 1 kg al giorno! Da qui si capisce quanto sia importante l’alimentazione per garantire una crescita corretta al puledro.
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